All’anagrafe Claudia Zamparelli, bolognese, classe 1985, ma in arte ha preferito Cieli, quasi un auspicio a guardare sempre oltre e a non limitare desideri e ambizioni. E in effetti dopo una carriera da solista, alcune collaborazioni importanti come quella con Andrea Mingardi e diverse comparsate in tv, è diventata la ‘voce’ femminile dell’Orchestra Casadei, oggi guidata da Mirko, figlio di Raoul e pronipote di Secondo, autore di Romagna Mia, di cui nel 2014 ricorre il Sessantesimo. E coincide proprio con questo anniversario, che l’orchestra sta festeggiando con un tour ricco di tappe in tutto lo Stivale, l’arrivo di Claudia nella grande ‘impresa famigliare’ Casadei. Come ci è finita, così giovane, in un’orchestra di liscio? So che sembra strano, in realtà per me è una soddisfazione immensa. Oltre che una grande opportunità. L’Orchestra Casadei è la più conosciuta al mondo e nel tempo ha saputo rinnovare il proprio repertorio, facendo sintesi tra tradizione e modernità. Tutto è stato rivisitato in chiave latineggiante. I ritmi si fondono, si contaminano. Poi proponiamo altro, io ad esempio interpreto anche brani di Beyoncè. Ma lei, ci dica la verità, sognava l’Orchestra? Io ho sempre e solo saputo che volevo cantare. Dai 12 ai 19 anni, mentre frequentavo il liceo Bassi, ho preso lezioni private. Finiti gli studi ho cominciato ad esibirmi nei piano bar. Ho accumulato molta esperienza, sia con Mingardi che aprendo i concerti con la Rettore. Poi è arrivata l’Orchestra, prima con collaborazioni, ora in forma stabile. Mi creda, un giovane può imparare moltissimo e io lo reputo un passo importante per la mia carriera. Cosa le piace? La famigliarità con cui si lavora. Divertendosi ma con la massima serietà. Il fatto che la nostra musica aggrega, porta la gente a ballare. C’è un grande coinvolgimento tra noi e il pubblico, che ha bisogno di sentirsi protagonista. Lei ha tentato i provini della prima edizione di X Factor, e non è andata bene. Cosa le è rimasto? Mi hanno detto sei brava e bella, ma non va. Mi è rimasto da sapere il perché, ma non mi sono certo lasciata abbattere. Se uno ha una passione, la mantiene a fronte delle porte sbattute in faccia. Non cala l’entusiasmo. Per il futuro, cosa vede? Sanremo? Io sono un’interprete, non un’autrice, quindi spero di trovare il testo giusto per me, una bella storia, che mi si addica. Sanremo non è più un trampolino di lancio, come succedeva un tempo, rimane tuttavia una vetrina bellissima, inutile negarlo. La sfida è farsi ascoltare dopo le 5 serate di gara. Lei per amore vive oggi nel ferrarese. Ma è sempre in giro. Di Bologna cosa le manca? Passeggiare sotto i portici del centro nelle giornate di pioggia, il caos. Però ho la famiglia e torno tutte le volte che posso.

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